SAWASDEE: Saluti Quando i thailandesi si incontrano, non si stringono la mano. Il saluto abituale e' il wai, con le mani giunte come per pregare. Per tradizione, piu' alte vengono tenute le mani, piu' rispettoso e' il saluto, cosi' e' facile, osservando due persone, indovinare quale sia il loro rango relativo. Ma il rango e' una faccenda complessa, in thailandia, perche' dipende da molte variabili, come l'eta', l'occupazione e la posizione sociale. Per un forestiero e' sufficiente fare il gesto. |
Bandiera ed inno nazionale
Originariamente la bandiera del Siam era un elefante bianco su sfondo rosso, oggi la bandiera nazionale del Regno di Thailandia è composta da strisce orizzontali rosse, bianche e blu.
Il colore rosso rappresenta la Nazione, il colore bianco rappresenta la Religione, il colore blu rappresenta la Monarchia.
L'inno nazionale, adottato ufficialmente nel 1939, e' stato composto musicalmente dal prof. Prachen Duriyang con i testi del colonnello Luang Saranupraphan. Il popolo thai e' molto orgoglioso della propria patria e di conseguenza, affiancando a status la religione buddista e la monarchia, considera sacra ogni cosa che fa' parte o che identifica la propria terra compresa la bandiera ed il proprio inno nazionale. Ogni giorno alle 8 di mattina e alle 18, tutte le emittenti radiotelevisive di stato e private trasmettono l'inno nazionale, la stessa cosa avviene nei cinema e teatri prima dell'inizio dello spettacolo, come pure nelle scuole e negli uffici pubblici. In alcune citta' e paesi di provincia e' trasmesso negli stessi orari anche per mezzo di autoparlanti lungo le strade, e nei centri abitati dove vi sono ancora grossi problemi di traffico durante la trasmissione i pedoni si arrestano e rimangono in raccoglimento mentre i conducenti di automezzi rallentano la velocita' oppure si fermano in segno di rispetto verso la famiglia reale.
Il Re e la Famiglia Reale
Il sovrano dello Stato, re Bhumibol Adulyadej (Il suo nome completo è: Somdet Phra Chao Yu Hua Bhumibol Adulyadej) è il capo dello Stato che è in carica da più tempo, esattamente dal 9 giugno del 1946, la domenica successiva al referendum istituzionale in Italia, che consacrò la Repubblica - egli saliva al trono, succedendo al fratello Ananda Mahidol.
Il quale era morto a ventun anni, assassinato durante una congiura. Sessanta anni e tre mesi di regno sono un primato invidiabile, che può accadere solo ai regnanti che sono entrati in carica giovanissimi. Bhumibol aveva solo 19 anni, quando divenne il sovrano thailandese. Suo padre era uno studente di medicina nella locale università. Più conosciuto con il nome di Rama IX, il Re di Thailandia, nono della dinastia Chakri fondata nel 1782, è nato il 7 dicembre del 1927. L'anno prossimo, dunque, Bhumibol compirà ottanta anni. Sposato alla regina Sirikit, che alcuni decenni fa era nota in tutto il mondo per la sua bellezza e la sua grazia. Anzi, tutti conoscevano Sirikit, la cui immagine appariva spesso sui rotocalchi o in TV, ma quasi nessuno conosceva il capo dello Stato del regno asiatico, il sovrano suo marito.
Di lui si sa che è appassionato di fotografia, che sa suonare molti strumenti e che si diletta a comporre. Ma chi può veramente conoscere la personalità profonda di questo sovrano timido, discreto dal sorriso impacciato e dallo sguardo nascosto dietro gli occhiali? Sulle pareti di tutti gli uffici pubblici e privati, dei ristoranti, dei negozi e delle casupole su palafitte disseminate lungo le rive dei klong (i canali di Bangkok), il ritratto ufficiale della copia reale veglia sui sudditi.Amato, rispettato, di rado contestato nonostante le vicissitudini del potere nella Thailandia contemporanea, Sua Maestà il re Bhumibol Adulyadej è il cittadino più conosciuto della Thailandia. Nato a Cambridge, nel Massachusetts (U.S.A.), dove il padre era studente di medicina, egli non era destinato a salire al trono, essendo semplicemente nipote, secondogenito poi del re. Ma i casi della storia disposero altrimenti.
La coppia reale ha quattro figli: il principe ereditario Vajiralongkom e tre figlie. L'autorità morale del re si è mantenuta considerevole. In virtù della costituzione, egli è il capo dello stato e il capo supremo delle forze armate. La sua persona è circondata del più grande rispetto, in tutti gli ambienti, e ogni mancanza di riguardo, anche involontaria, è giudicata molto severamente.
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